«Stop agli sgomberi durante trattativa»
Il piano del Comune in 4 mosse
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ROMA (17 settembre) – Definizione del fabbisogno di case, una manovra sull’edilizia residenziale pubblica e sull’housing sociale ed un meccanismo di assistenza alloggiativa più ampio, flessibile ed economico dei residence. Sono i quattro punti che il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha annunciato durante la prima riunione del “tavolo interistituzionale” convocato in Prefettura per affrontare l’emergenza abitativa nella Capitale. E finché il tavolo sarà aperto il sindaco ha promesso che ci sarà il blocco degli sgomberi «tranne quelli richiesti per ragioni di ordine pubblico». Una precisazione che ha la sua importanza considerato che poco dopo il prefetto ha annunciato che il tavolo sull’emergenza abitativa sarà permanente: «Avrà cadenza settimanale – ha detto Giuseppe pecoraro – Faremo incontri serrati che inizieranno martedì 22». Soddisfatto Claudio cecchini, assessore provinciale alle Politiche Sociali: «Quello di oggi – ha detto – è un incontro molto positivo, una riunione che vuole fotografare lo stato dell’emergenza abitativa e fronteggiarla con interventi concreti». Soddisfatti anche movimenti per il diritto alal casa che hanno annunciato la rimozione del presidio di protesta a piazza Madonna di Loreto.
La strategia del Comune. «Ho distinto la situazione in 4 aspetti – ha detto Alemanno – Il primo è la definizione del fabbisogno abitativo, sia quello emerso e che quello potenziale sulla realtà della casa. Noi abbiamo dato come indicazione quella dei 30 mila alloggi del piano casa, però complessivamente dobbiamo trovare un accordo sia sull’Edilizia residenziale pubblica che sull’housing sociale». E ancora: «Dobbiamo definire una manovra sull’Erp», ha continuato Alemanno citando il secondo punto trattato al tavolo. Una manovra che comprenda «gli aventi diritto dagli 8 punti in graduatoria e che metta a disposizione entro massimo 6 mesi, un anno, 1.600 nuovi alloggi». Il terzo punto proposto da Alemanno è quello relativo ad una seconda manovra sul Piano Casa legata all’housing sociale: «Una manovra – ha detto – che sia rivolta a cittadini del ceto medio e famiglie monoreddito, per circa 30 mila alloggi». «Quarto, – ha aggiunto – un meccanismo di assistenza alloggiativa che deve essere reso più ampio e flessibile, in maniera tale che sia possibile alloggiare le persone che sono in qualche modo legate alle occupazioni, persone che hanno emergenze. Un meccanismo che sia più funzionale ed economico dei residence. Dobbiamo trovare un equilibrio tra il livello del servizio e l’economicità, in modo da riuscire a dare delle risposte più ampie possibile».
Regina Elena. «Sul Regina Elena faremo ora una verifica sull’assistenza alloggiativa che è stata data e che i movimenti hanno definito inadeguata – ha detto all’uscita dalla prefettura il sindaco – A noi non risulta ma faremo ugualmente una verifica».
Blocco sgomberi «Sugli sgomberi – ha promesso Alemanno – non saranno prese iniziative finché il Tavolo sarà aperto. C’è soltanto un problema a via Collatina dove un incendio ha causato l’inagibilità e quindi si dovrà intervenire». In mattinata, però, aveva sottolineato «Fatto salvi quelli richiesti dall’autorità giudiziaria».
Le polemiche. «È singolare come con l’accentuarsi dell’emergenza abitativa si moltiplichino solo gli annunci». Sono le parole del capogruppo capitolino del Pd, Umberto Maroni: «Ad un anno e mezzo dalla sua elezione la Giunta Alemanno non ha fatto nulla di concreto sul fronte casa». Immediata la replica affidata al delegato del sindaco per l’Emergenza abitativa, Marco Visconti: «L’emergenza casa è un’eredità pesante generata dalle precedenti amministrazioni, come confermato anche da alcune dichiarazioni dei giorni scorsi dei movimenti di lotta per il diritto all’abitare. Per quattro consiliature il centrosinistra ha prodotto solo annunci ad effetto e iniziative inopportune come i residence, che gravano sull’amministrazione per oltre 30 milioni euro con contratti capestro fino al 2014».
D.Des.