occupazioni abusive
Il Prefetto: la casa unica emergenza
Le occupazioni mercoledì al centro del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Oltre alle istituzioni ci saranno Action e i rappresentanti dei movimenti promotori di occupazioni illegali.
Manifestazioni per la casa «Il problema della casa è l’unica emergenza a Roma». Lo afferma il prefetto Giuseppe Pecoraro dopo le occupazioni illegali dei giorni scorsi in città. Mercoledì riunione in Prefettura. «Il problema della casa è l’unica emergenza a Roma» per il prefetto Giuseppe Pecoraro.
Quest’emergenza – «la sola» nella nostra città, perché gli altri sono «governabili» dunque sono solo «problemi» e «non un allarme» – sarà scandagliata per la prima volta mercoledì in Prefettura, in una riunione che inizierà alle sei del pomeggio e che si prefigura lunga, perché oltre alle istituzioni (il sindaco Alemanno, il governatore Marrazzo e il presidente della Provincia Zingaretti) ci saranno Action e i rappresentanti dei movimenti che hanno organizzato occupazioni illegali da un capo all’altro della città, anche in maniera scientifica e cavalcando la disperazione dei più deboli.
Eppure si definiscono «ammortizzatori sociali», consapevoli – così si legge sul blog di Indymedia – che «sempre più spesso chi a Roma ha un problema di emergenza abitativa viene indirizzato dalle assistenti sociali del Comune agli sportelli di Action, perché Roma nel sociale è terzo mondo». Un’affermazione che, nel recente passato, ha consentito l’illegalità in una media di 6 immobili a municipio, contribuendo ad assodare l’equazione: occupazione uguale assistenza alloggiativa garantita, che segue sempre ad uno sgombero. A quest’assistenza ora è stato messo un tetto.
Ma le occupazioni restano una scorciatoia alla disperazione dell’attesa, strada breve percorsa da chi ha poco da perdere, e percepita come un sopruso dalla gente perbene, in lista per una casa da una vita, ma che non se la sentirebbe mai di entrare nell’illegalità. Brutta come sensazione: come quella che provano gli italiani quando si ritrovano poveri come gli immigrati. «Per noi poveri italiani c’è solo un numero verde, dove rispondono "non c’è posto" mentre per gli stranieri la sala operativa sociale» si lamentava ieri con Il Tempo Salvatore Clemente, nuovo povero con un passato da tecnico informatico con laurea in chimica che lavorava all’università Bicocca di Milano. In primavera aveva trovato un tetto grazie all’appello al sindaco Alemanno, ma Casa Serena di Padre Sebastian sta per chiudere per lavori e Salvatore tornerà sulla strada come cinque mesi fa.
Difficoltà vere, come la fame di case, che il sindaco Alemanno vuol sfamare con un grande piano di edilizia popolare. E la massa di disperati. «Ho visto madri armate di bambini – si legge ancora su Indymedia -, ho visto sfrattati armati di verbali di rilascio immobile (l’atto in cui l’Ufficiale Giudiziario verbalizza l’avvenuto sfratto), ho visto compagni armati di rabbia e di megafoni, ma mai di spranghe, coltelli e taniche di benzina». Per loro la mission del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, ispirata a «dialogo e soluzioni condivise». Per tutte le altre illegalità su cui sta indagando la Procura – il racket degli "affitti" in nero negli stabili occupati, i pestaggi, gli obblighi imposti di partecipare alle manifestazioni o agli assalti – questi sono reati, e se saranno appurate le responsabilità penali, chi li ha commessi si prenderà la sua.