Corteo cittadino a Tor Pignattara
Sabato 7 novembre h 15 al parco dell’acquedotto alessandrino (angolo via di torpignattare)
La tragica vicenda di Stefano Cucchi sta sconvolgendo la coscienza civile della nostra città e del paese tutto. Un giovane uomo di 31 anni è stato arrestato dai carabinieri per il possesso di una modica quantità di sostanza stupefacente e viene riconsegnato morto alla famiglia dopo un calvario di sei giorni trascorso tra una camera di sicurezza dell’Arma, il carcere di Regina Coeli e il reparto per detenuti dell’ospedale Pertini.
l suo corpo gli evidenti segni di un brutale pestaggio, reso di pubblico dominio dalla coraggiosa decisione della famiglia di consegnare alla stampa le foto che documentano l’accaduto.
Tanti sono ancora i lati oscuri della vicenda, tanta la voglia di verità e giustizia che sta spingendo alla mobilitazione e alla presa di parola molte persone preoccupate della svolta autoritaria che sta prendendo questo paese.
Oggi questa iniziativa presso l’Ospedale di Roma vuole denunciare il fatto che di fronte a tanti misteri STEFANO CUCCHI FORSE E’ STATO UCCISO anche qui. La direzione sanitaria dell’Ospedale Pertini deve infatti spiegare come mai NON SIA STATO FATTO IL POSSIBILE PER SALVARLO e le dichiarazioni fatte ai mezzi stampa ci confermano l’inquietudine che anche in questo ospedale CI SONO DELLE RESPONSABILITA’ PESANTISSIME. Nessuno ha avvertito i genitori e la famiglia del ricovero e dello stato di salute di Stefano, Nessuno si è preoccupato delle lesioni sul suo corpo, nessuno lo ha alimentato, gli è stata addirittura diagnosticata una anoressia.
CI SONO DEI RESPONSABILI CHE DEVONO SPIEGARE IL PERCHE’ UNA PERSONA ENTRA IN OSPEDALE E NE ESCE MORTA. CI SONO DEI RESPONSABILI CHE DEVONO SPIEGARE A TUTTI COME MAI se un DETENUTO ENTRA nel REPARTO PENITENZIARIO DI UN OSPEDALE IN STATO di salute precario NON GLI VENGONO SOMMISTRATE LE CURE E LE ATTENZIONI NECESSARIE ad ogni essere umano.
La Storia terribile di Stefano Cucchi è solo la punta di un iceberg. Chi vive quotidianamente il disagio sociale di questa città sa bene che non si tratta di un caso isolato. L’uso della violenza contro le persone sottoposte a provvedimenti restrittivi è cosa comune
Come è ormai data per scontata l’impunità di coloro che, forti di una divisa e dell’appoggio senza remore del potere costituito, si permettono di tutto.
In questi giorni stanno venendo alla luce un’infinità di episodi tragicamente simili a quello che ha spezzato la vita di Stefano, episodi come quello di Federico Aldrovandi o di Aldo Branzino. MA sappiamo anche che sono tante le storie di persone rimaste in silenzio perché sole, spaventate, minacciate. E’ ora di dire basta. E’ ora di dire mai più violenza sulle persone detenute; mai più violenza nelle caserme, nei commissariati, nelle carceri, nei Centri di Detenzione per Immigrati – CIE.
E’ anche ora di dire basta all’anonimato di cui godono le forze dell’ordine nello svolgimento del loro servizio, una circostanza che garantisce loro l’impunità nella stragrande maggiorana dei casi.
E’ per tutti questi motivi che invitiamo tutte e tutti quelli che non rinunciano ad esercitare la loro coscienza critica, a manifestare nelle strade del quartiere di Stefano, Tor Pignattara. Per esprimere la massima solidarietà alla famiglia, per rivendicare verità e giustizia per Stefano Cucchi e per tutte le persone che subiscono quotidianamente la violenza istituzionale.