Il codice imposto agli occupanti
"Ex 8 marzo", c’era un regolamento
La reazione degli occupanti all’arrivo dei carabinieri Assemblee, turni di picchetto e volantinaggio obbligatori. E poi partecipazioni ai cortei usando come scudi donne e bambini. È il regolamento interno all’ex scuola «8 Marzo» occupata alla Magliana. I due fogli sono stati trovati lunedì durante la perquisizione dei carabinieri e gli arresti di sei persone accusate per il racket delle occupazioni, indagate per associazione a delinquere ed estorsione di denaro da alcuni residenti nella struttura. In carcere sono finiti Francesca Cerreto e Gabriele Giovannetti (indicati come capi), Sandro Capuani e Sandro Ciferni. Ai domiciliari Michele Panuccio (è all’estero) e Simone Magnani.
«Tutte le decisioni – è scritto nel vademecum – vengono prese in assemblea. La partecipazione di almeno una persona per nucleo familiare è obbligatoria. Gli/le occupanti sono antifascite/e. Per questo non è tollerato nessun tipo di comportamento antisociale. Per esempio appropriarsi o danneggiare beni comuni, lasciare sporchi gli spazi comuni». Alcuni dei denunciati che hanno dato il via all’indagine dei carabinieri di Villa Bonelli raccontano altro. Una testimonianza è riportata nell’ordinanza che ha portato agli arresti. «Ammette di aver partecipato al furto di 15 quintali di rame organizzato da Francesca e Gabriele che deliberarono di spogliare l’edificio di tale materiale». Il trasporto avvenne a più riprese «con un furgone di un’altra ditta del quartiere… Il profitto fu superiore a 10 mila euro incamerato da Gabriele e Francesca».
«La lotta è dura – si sottolinea nel regolamento – Non sono tollerati i parassiti, cioè persone che approfittano dell’impegno altrui. Chiunque non abbia voglia di partecipare alla lotta e libero/a di cercare una soluzione individuale al suo bisogno di casa, al di fuori della nostra occupazione. La partecipazione alle attività più importanti è obbligatoria. Tali attività sono: l’assemblea settimanale e le iniziative di lotta ritenute fondamentali per l’occupazione. Inoltre – prosegue il testo – nei periodi in cui è necessario, è obbligatorio partecipare ai turni di picchetto».
E ancora, altri doveri: «È inoltre obbligatorio che ciascun occupante partecipi settimanalmente ad almeno un impegno collettivo… può essere un turno di lavoro oppure la partecipazione a una iniziativa di lotta o un turno di propaganda (attacchinaggio, volantinaggio)». I rigori della lotta riguardano anche i bambini. Scrive il giudice nell’ordinanza, che nelle riunioni che si tenevano prima di ogni manifestazione, uno dei cinque arrestati «istruiva gli occupanti sulla condotto da adottare nel corso di eventuali scontri con le forze dell’ordine, della necessità di non dileguarsi e dell’uso dei minori per fare da scudo contro le forze di polizia». Chi sgarra rischia grosso: «Chiunque senza motivi validi manca a più di tre impegni in un mese deve andarse dall’occupazione». E c’è anche il controllore: «Una persona a turno è responsabile di controllare che gli impegni vengano rispettati e che i lavori vengano eseguiti».